Cosa mantiene i benefici della cura per idrope dopo la terapia?

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Cosa mantiene i benefici della cura per idrope dopo la terapia?


Come funziona la mia terapia quando si smette di farla e cosa mantiene i benefici della cura per idrope anche dopo la dimissione? E, al contrario, perché molti pazienti possono avere a distanza di tempo recidive?

Per l’importanza di questo argomento sono indeciso se lasciarlo come articolo del blog o trasformarlo in una vera pagina, nella sezione Terapia, a conclusione del percorso di apprendimento guidato. Cosa ne pensate? Ritenete il contenuto di questa pagina fondamentale e indispensabile? Fatemelo sapere nei commenti.

Per capire bisogno far riferimento a questa immagine.

Persistenza dei benefici della cura per idrope anche dopo la terapia o recidive dipende molto dallo stress

Guardate la parte a destra e vedrete che alcune componenti (insufficiente fiducia, disinformazione) generalmente non si possono più ripresentare o sono ridotti di importanza, se con la mia terapia e la mia assistenza avete ottenuto i risultati sperati, e se finalmente siete stati, informati, soprattutto quando tanti “gufacci” (medici e non) prima di me quei risultati ve li avevano negati come possibili.

Se informazione, fiducia piena e rapporto medico/paziente continuano anche quando non state prendendo più farmaci e se anche mancano i sintomi, questo comporta una ovvia ed evidente riduzione dell’ansia specifica correlata alla malattia.

Ma nella maggior parte dei casi il vostro stress non deriva solo dai vostri sintomi, che anzi spesso ne sono conseguenza più che causa, ma semmai dalla persistenza di problemi esterni (familiari, personali, lavorativi ecc…) e soprattutto dalla persistenza della vostra suscettibilità allo stress, fragilità emotiva, ansia, paura.

Ricordate infatti che l’elemento chiave siete voi e la vostra maggior o minor reattività allo stress, più che non l’evento stressante stesso. Allo stress, prima o poi, in un modo o nell’altro, in una forma o nell’altra, siamo tutti esposti.

Certamente non possiamo far nulla per lo stress climatico e atmosferico peraltro, o semplicemente evitare lo stress, sebbene molto si possa fare per risolvere tanti aspetti che non vanno della propria vita.  Certamente utile è però continuare a bere tanto quale terapia specifica di prevenzione, e intervenire a trattare le eventuali piccole ricorrenze quando necessario, o anche fare in qualche caso cicli preventivi.

Ma purtroppo o per fortuna, molti usano i sintomi di cui mi occupo e che curo come alibi, ovvero gli imputano come capro espiatorio, i propri problemi di ansia per cui i risultati ottenuti lasciano il paziente per un certo periodo più o meno lungo (ricordate che sto generalizzando) in un euforistico stato di benessere.

Ma poi, e qui sta la gran differenza, mentre alcuni usano questo stato di benessere quale dimostrazione che le loro paure di male incurabile erano nonostante tutto (e tutti) del tutto infondate, per risollevarsi in tanti sensi e aprire nuovi capitoli della propria vita con un diverso modo di viverla, altri, dopo un tempo più o meno variabile, precipitano di nuovo nella condizione di vittime dello stress  e questo riattiva il loro punto debole (l’idrope nel nostro caso, ma guardate che questo vale per ogni disturbo psicosomatico).

Qualcuno che erroneamente pensava di essere guarito, perde fiducia piena (dimenticando che nessuno aveva promesso guarigione), cerca alternative a me e cure definitive (che non trova) da cui nuova disinformazione, nuova ansia (o meglio il suo evidenziarsi visto che magari di base non se ne era mai andata), per poi magari, tornare da me ma costringendomi a rifare tutto da capo.

 Molti altri per fortuna fanno subito ricorso a me per ogni piccolo problema (e così si deve fare, senza alcuna paura di disturbarmi che ci sto apposta per quello) e spesso, e lo sanno in molti, perfino senza alcuna terapia, basta il mio intervento tranquillizzante, magari anche con un semplice scambio di messaggi su WhatsApp, a rimettere subito a posto tutto. In altri casi serve rifare per qualche giorno di terapia. In altri ancora serve ricominciare una terapia più lunga con i neurofarmaci.

Ma poi dopo eventuale recidiva le differenze diventano ancora maggiori.
Alcuni pazienti avendo ulteriormente confermato il valore della terapia avendo rapidamente spento ancora una volta il problema si rinforzano sempre di più tanto da diventare “vaccinati” nei confronti del problema, che non è più capace di innescare nuova ansia specifica.

Altri fanno un continuo dentro e fuori dal tunnel, sentendosi spaventati, fragili e deboli esattamente come la prima volta, dimenticando tutto quel che è stato fatto di positivo fino a quel momento e i benefici raggiunti e concentrandosi solo sull’attuale star male.

E a questi che gli facciamo? Questi sono i casi per i quali il supporto psichiatrico vero, ovvero psicoterapia e terapia protratta con neurofarmaci magari anche a basso dosaggio diventano necessari. Ma a quel punto non è corretto che sia solo io a seguire il paziente dal punto di vista psichiatrico. Serve un vero specialista del settore ovvero uno psichiatra visto che quel che dobbiamo trattare al primo posto è l’ansia e il problema psichico.

Infine ci sono quelle situazioni specifiche dove il paziente non sarà mai davvero fuori fino a che non avrà risolto un problema specifico che magari non è nemmeno connesso all’orecchio.

A volte, la vera cura, la fa l’arrivo di un figlio tanto atteso, o al contrario una separazione da tempo voluta, o quel cambio di lavoro sognato da tempo senza averne il coraggio, o a volte anche solo imparare a dire NO a qualcuno al quale per anni, ingoiando il rospo si è detto sempre di SI.

Qui purtroppo anche psicoterapia e farmaci possono solo offrire un aiuto temporaneo, e magari dare la forza di cambiare qualcosa. Ma la vera capacità di cambiare la propria vita e la propria reattività alla vita stessa, si può trovare solo in sé stessi.



Dott. Andrea la torre, specialista in otorinolaringoiatria per idrope e sintomi correlati

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Pubblicato da Dr. Andrea La Torre

Specialista in Otorinolaringoiatria

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