Idrope News
Il blog del Dott. La Torre
Effetto nocebo: la vera ragione di alcuni presunti effetti collaterali
Effetto placebo ed effetto nocebo
La serenità e la fiducia con la quale il paziente assume un determinato farmaco, o al contrario la sua preoccupazione o sfiducia nei confronti del farmaco prescritto o il significato che il paziente spesso per errata informazione dà al farmaco stesso, sono fattori favorenti la comparsa di “effetti non quantificabili” a dosi che non potrebbero mai darne o che quel farmaco proprio non può dare. Questi effetti sono noti come effetto placebo (se si ottengono risultati positivi ma non davvero dovuti al farmaco) o effetto nocebo nel caso contrario.
Qui vi parlerò solo del meno noto effetto nocebo visto che credo tutti sappiano cos’è l’effetto placebo.
Nocebo è un termine, contrario di placebo, utilizzato per etichettare le reazioni negative o indesiderate che un soggetto manifesta a seguito della somministrazione di un falso farmaco completamente inerte, ma da esso percepito nocivo.
Le reazioni negative non sono quindi generate chimicamente, ma sono interamente dovute al pessimismo e alle aspettative negative riguardo agli effetti del falso farmaco. L’esistenza dell’effetto nocebo pone anche un problema riguardo ai modi in cui il medico adempie agli obblighi di informazione nei confronti del paziente.
Il concetto di nocebo oggi viene esteso anche agli effetti negativi derivati da autosuggestione a seguito di qualsiasi evento percepito erroneamente come dannoso, come nel ricevimento di un referto medico sbagliato che diagnostica una malattia inesistente, di cui si inizia a manifestarne i sintomi (patomimia).
Il termine nocebo (dal latino “nuocerò”) fu scelto da Walter Kennedy, nel 1961, per denotare la controparte del termine placebo (dal latino “piacerò”) ovvero un prodotto che produce in un soggetto conseguenze benefiche, salutari, piacevoli o desiderabili, come diretto risultato delle sue credenze o aspettative.
(Wikipedia)
Spesso anche il medico ha le sue colpe nel non saper adeguatamente spiegare al paziente quali effetti davvero quel farmaco può dare e quali no, e non saperlo tranquillizzare. Anche se con qualche errore ortografico e tradotta male (non è mia), questa immagine rende bene i molti fattori alla base dell’effetto nocebo e il duplice ruolo della predisposizione del paziente a farsi curare, ma anche di quella del medico a curare come dovrebbe essere fatto. Spiegando.

Effetto nocebo nella terapia per idrope
E considerando quanto è importante il rapporto tra stress e idrope e le basi psicologiche dei pazienti con disturbi da idrope, immaginate quanto tutto questo si può amplificare (effetto nocebo ma anche quello placebo, tanto da ritenere efficaci alcune terapie che non lo sono affatto, senza dimenticare la possibile risoluzione spontanea) e come diventi ancora più importante la differenza tra un medico che spiega davvero e uno che abbandona il paziente a se stesso scrivendo solo una ricetta con i pazienti dei quali mi debbo occupare.
Nel mio caso, visto che spiego sempre anche troppo e che indico sempre in terapia e per iscritto tutto, credo di non avere molta responsabilità da questo punto di vista, ma questa non è certamente la regola per altri medici. E infatti, tra i miei pazienti, gli effetti collaterali dovuti a effetto nocebo sono piuttosto rari. Ma ciò nonostante, a volte si fatica a convincere il paziente a superare precedenti esperienze negative con altri medici prima di avere piena conferma, fidandosi, che dalla mia terapia potrà avere solo eventuali benefici e nessuna reale conseguenza negativa.
Dr. Andrea La Torre
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