Chi sono e come lavoro
Per i miei colleghi otorino sono sempre stato quello di… qualcosa. Prima quello di Internet, poi quello degli acufeni, poi quello dell’idrope, quello che rompe le scatole stimolando i pazienti a pretendere dai medici che facciano i… medici, e infine quello di Skype. Ma io mi sento solo quello… a cui non gliene importa nulla del giudizio degli altri medici. Io non lavoro per i medici, e non è loro che devo dire grazie. Lavoro per i pazienti, da loro prendo, grazie a loro cresco e tanto, e a loro do. E vado avanti per la mia strada. Quella percorsa finora ve la racconterò in questa pagina…
Se siete entrati nel sito direttamente in questa pagina vi consiglio di leggere e apprendere in modo progressivo con l’esplorazione guidata partendo dalle basi per poi passare alla diagnosi, ai sintomi e infine alla terapia.
Per una versione molto più sintetica di questa pagina con solo brevi informazioni su di me potete andare a questo collegamento esterno.

La Medicina non è una missione.
È un lavoro per vivere, come tanti altri.
Ma come per l’artista, il musicista,
lo sportivo, se il tuo lavoro non ti piace,
non arrivi da nessuna parte.
(A. La Torre)
Nel 2019, per farmi conoscere meglio, spiegare molte mie “stranezze” rispetto ai medici tradizionali, e replicare alle assurdità che a volte leggo in giro su di me, ormai diventato da anni piuttosto famoso, ho deciso di pubblicare nel mio canale YouTube una serie di 12 brevi video che vi metterò anche qui, a tema con quel che vi racconterò su di me. Guardateli se volete capire davvero chi sono e come lavoro e come sono arrivato a essere il medico che sono oggi. Soprattutto se poi intendete farvi seguire da me con una cura. Cominciamo da questo che è solo una breve introduzione ma simpatica…
Mi chiamo Andrea La Torre, ma per molti miei pazienti sono solo Andrea.
I primi anni…
Mi sono laureato a Roma con 110 e lode nel minimo tempo possibile (meno di sei anni) lavorando in contemporanea, non certo come medico, facendo pure il servizio militare senza perdere nemmeno un esame, e trovando anche il tempo per un matrimonio sbagliato. Poi mi sono spostato per la scuola di specializzazione a Parma, dove avuto la fortuna e l’onore di essere uno degli assistenti nell’ambulatorio privato del Prof. Zini, noto otologo di fama internazionale. A Parma, dove sono rimasto per cinque anni, dedicandomi in quel periodo principalmente all’Otoneurochirurgia (nel senso che ero l’ultima ruota del carro dell’equipe operatoria, non certo come primo chirurgo) e alla ricerca nel campo dell’orecchio, ho imparato tantissime cose e capendo già da subito quanto fossero sbagliate tante altre.
Diventato specialista nel 1993, avendo capito che volendo solo fare il libero professionista non avrei mai potuto davvero diventare otoneurochirurgo o un bravo microchirurgo dell’orecchio, dopo un altro anno, nel 1994, ho lasciato Parma e mi sono trasferito a Siena per un anno. Li ho imparato la rinologia e la chirurgia del naso, visto che a Parma mi ero occupato per cinque anni solo di orecchio ma contemporaneamente ho frequentato anche altre strutture in giro per l’Italia per allargare le mie conoscenze, mentre parallelamente avviavo pian piano la mia personale attività privata a Roma.
Una delle mie caratteristiche è sempre stata quella di pensare in grande per cui, sin da subito, mi sono dotato di attrezzature creando un ambulatorio otorinolaringoiatrico tra i più completi in Italia. Avendo pochi pazienti, tanta voglia di fare e studiare e tante attrezzature diagnostiche (e tanti leasing da pagare di tasca mia che a fare il figlio di papà non sono mai stato bravo e già vivevo da solo da quando avevo 19 anni!) ho sfruttato tutto questo dall’inizio per studiare ogni paziente molto più a fondo di quanto fosse realmente necessario, ovviamente facendomi pagare però solo per quel che era realmente necessario per quel paziente. Mi sono inventato un servizio di pronta reperibilità specialistica per le emergenze ORL mediche e chirurgiche in un importante ospedale privato a Roma (il Rome American Hospital), dove ho lavorato e operato per diversi anni, e creato un centro medico interdisciplinare per la testa e il collo per lavorare e fare ricerca in equipe con altri specialisti… Ma insomma, vita ordinaria di un giovane medico, magari un po’ megalomane, ma niente di eccezionale.
La svolta è arrivata nel 1999, quando peraltro già da un anno stavo timidamente iniziando a trattare la malattia di Meniere in modo diverso dagli altri.
Quello di… internet
A 34 anni, nel 1999, sono diventato quello di internet, essendo stato il primo specialista ORL italiano e forse uno dei primi medici italiani in assoluto a creare un sito internet didattico e dedicato ai pazienti scritto in linguaggio chiaro, comprensibile a tutti. La home page del mio sito era anche pubblicata nella Guida del Medico Italiano (o qualcosa del genere) come esempio da seguire e mi invitavano a convegni per insegnare come fare un sito web. E ho anche creato un seguitissimo Forum ORL per avviare la discussione collettiva su patologie e terapie tra specialisti otorinolaringoiatri e anche medici di specialità correlate. Una iniziativa credo mai realizzata prima da nessun altro e forse nemmeno dopo.
E fin qui passi, tutto normale (o quasi). Quel che normale invece non era affatto è che ho iniziato ad avere subito, con mio grande stupore, tantissimi pazienti da tutta Italia che venivano da me a Roma a farsi visitare, soprattutto per l’orecchio ma anche per altro. Mi trovavano in Internet, leggevano, capivano e attraversavano mezza penisola magari, per venire a Roma a farsi visitare da me. Era il 1999, quando mai avrei pensato che qualcuno potesse andare da un medico solo per averlo trovato in internet. E il mio sito era nato per pura voglia di diffondere informazione, non certo per farmi pubblicità. Ma di fatto tanti pazienti, tanti stimoli, tanta esperienza in più il che, associato al mio solito pensare in grande, ha portato alla successiva tappa importante della mia carriera, alla creazione di una seconda sede per visite ed esami a Milano, e a un altro quello di…
Quello degli… acufeni
A 35 anni, nel 2000, sono diventato per gli specialisti otorinolaringoiatri e gli addetti ai lavori, quello degli acufeni. Questo perché ho diffuso per primo in Italia una terapia per acufeni (la TRT, già nota in America, Inghilterra e Germania da qualche anno e poi rivelatasi peraltro un mezzo bidone), per i quali davvero all’epoca si diceva in pratica solo di tenerseli, organizzando un convegno a Roma e invitando chi la aveva ideata, il Prof. Jastreboff. Il tutto pagato ovviamente a mie spese, inclusi pranzi e cene dell’illustre professore e della moglie (che mangiavano pure tanto!), visto che alla mia richiesta di sostegno economico a una nota azienda di protesi acustiche mi fu risposto “Cavo Dott. La Tovve, gli acufeni non intevessano a nessuno!” (non sono errori tipografici, aveva proprio la erre moscia).
Da subito, anche grazie alla diffusione attraverso il mio sito, sempre più noto anche a medici e addetti ai lavori, sono arrivati da tutta Italia specialisti e audioprotesisti (inclusa la nota azienda alla quale gli acufeni non interessavano, ovviamente) a seguirmi e bussare alla porta del mio studio medico, poi rimpiazzato dopo qualche anno da un vera e propria clinica specialistica dedicata solo all’Otorinolaringoiatria. Non perché mi volessero bene ma perché la TRT faceva fare soldi!
Quello dell’… AIOLP
Contemporaneamente sono diventato ancora più famoso, e temuto…, per aver stravolto, con solo un mese di campagna elettorale, in occasione del convegno annuale che quell’anno, nel 2000, si teneva a Cagliari, l’organigramma dell’AIOLP (Associazione Italiana Otorinolaringoiatri Libero-Professionisti, che dal nome pare chissà cosa ma all’epoca contava quanto il due di coppe con briscola a bastoni) vincendo le elezioni, e buttando fuori pure il fondatore e tutto il vecchiume precedente, e mettendo in tutte le cariche sociali chi volevo io. Merito di un discorso infervorato sulla libertà, che davvero sembravo William Wallace a cavallo, ma anche della potenza informativa del mezzo internet con il quale avevo propagandato il mio programma. Insomma nel mio incomparabile piccolo, come qualcuno sei anni prima ero sceso in campo sfruttando il mio potere mediatico, e come quel qualcuno… ho iniziato sin da allora a farmi nemici. Sfruttando un cavillo dello statuto della ben più importante Società Italiana di Otorinolaringoiatria, infatti, stavo per rivoluzionare pure quella, portando in alto il Terzo Stato, ovvero i poveri ORL liberi professionisti, che nonostante fossero l’assoluta maggioranza degli specialisti italiani, non contavano assolutamente nulla rispetto ai pochi ospedalieri e universitari. E li devo avere davvero fatto paura. Il mio obiettivo non era certo fare politica, ma poter creare una vera comunità di specialisti italiani per portare avanti insieme ricerca vera, organizzare convegni veri che fossero davvero seri e utili, creare linee guida per le terapie, insomma cambiare davvero le cose. Ma alla fine, dopo aver pure fondato la rivista dell’Associazione (Argomenti di Otorinolaringoiatria Moderna), che credo esista ancora, ho lasciato perdere tutto dopo un anno, mi sono dimesso e cancellato da ogni società scientifica e sono tornato a farmi gli affari miei, avendo capito che non ne valeva davvero la pena e che mi stavo dando tanto da fare per, come diceva Sciascia…, dei quaquaraquà.
Quello dell’… idrope
La mia ultima stravaganza mi ha fatto poi diventare, nel 2011 quello di Skype quando addirittura ho detto che bastava fare consulenza in audiovideo dovendo solo parlare col paziente, ovviamente però chiedendo molto meno che per prestazioni regolari in ambulatorio e con esami.
Sembra che ogni volta che ho cercato di far capire ai miei colleghi che si poteva seguire i pazienti con molta più attenzione, impegnandosi molto di più, lavorando di più, e ottenendo risultati migliori, ma chiedendo meno soldi e guadagnando quindi meno, non abbia avuto molta approvazione. Ma che strano… Avete visto il film Jerry Maguire con Tom Cruise? Beh… sembra proprio la mia storia.
E di fatto poi tutti i miei colleghi in piena coerenza, magari scopiazzandomi qualcosina ogni tanto, ma senza mai cercare un qualunque contatto con me, anche solo magari per dirmi che dico un sacco di cretinate, hanno continuato ad andare per le loro strade.
E io per la mia, che poi è quella che da sempre si riassume nel mio personale “giuramento” (molto meglio di quello di Ippocrate, sul quale peraltro, leggenda popolare, non giura proprio nessuno!) che scrissi molti anni fa. E che ho sempre rispettato!
- Non metterò mai il mio interesse, economico o di altra natura, al di sopra di quello del paziente.
- Tratterò il paziente come mio pari e non come un sottoposto, cercando di colmare quanto più possibile il distacco culturale specifico per permettergli di essere parte attiva del processo curativo e scelte consapevoli.
- Non prescriverò mai esami o terapie che non reputo utili e mi impegnerò a rispondere al paziente ogni qual volta mi chiederà una spiegazione su una terapia o un esame che avrò prescritto, soprattutto, ma non solo, se il paziente, o chi per lui, paga (anche economicamente) quella mia scelta.
- Non seguirò mai regole di casta, tutelando l’immagine di un collega a discapito di un paziente. Perché il mio dovere è prima verso i pazienti e poi verso gli altri colleghi. Ma se dovrò criticare un collega non lo farò mai per screditarlo a mio interesse di concorrenza ma solo per difendere il mio paziente che è l’obiettivo primario del mio lavoro.
- Mi asterrò dal propormi ai pazienti come esperto di cose che non conosco e non esiterò a mandare ad altri più bravi e più esperti di me pazienti per i quali non posso essere altrettanto di aiuto. E se non riuscirò ad essere bravo in nessuno dei settori della mia specialità, cambierò lavoro, piuttosto, perché il diritto del paziente di essere curato nel miglior modo possibile viene prima del mio diritto di lavorare e guadagnare.
- Mi adopererò in ogni modo possibile per dare un senso alla mia vita professionale diverso dal mero guadagno, cercando di progredire, scoprire, ideare, studiare, pensare e non solo ricalcando strade già percorse da altri, ricordandomi sempre che se sono pagato più di altri me lo devo anche meritare, facendo un lavoro davvero utile anche agli altri, e non solo a me stesso.
- Mi ricorderò sempre della fortuna che ho a fare questo lavoro quando c’è gente che per guadagnare quel che io a volte guadagno in pochi giorni, spala asfalto bollente in autostrada ad agosto per un mese. E dirò grazie alla vita per quel che mi ha concesso, usando parte della felicità che ho ricevuto per far felici gli altri nei modi in cui so farlo.
A ogni modo anche se ci spero sempre, non lo so se, quando non ci sarò più, qualcuno seguirà o riprenderà tutto quel che ho e avrò fatto (ed evitiamo false modestie… ho fatto proprio tanto, forse più di tutti gli altri messi assieme in tutti questi anni, e continuo a farlo). Sarebbe un peccato, ma più di tanto su quello non posso cambiare le cose. E non che non ci abbia provato.
Ma torniamo alla mia storia e facciamo qualche passo indietro. Nel 2009 come vi ho già detto ho definitivamente smesso di proporre esami, e ho iniziato ad andarmene in giro per l’Italia per andare incontro io ai pazienti, non avendo più bisogno di attrezzature. Già nel 2006 avevo definitivamente chiuso il mio “Centro di Otorinolaringoiatria“, che costava per il suo mantenimento, peraltro cifre inimmaginabili e comportava costi alti, anche se proporzionati a quanto offerto, anche per i pazienti, avendo capito che la Medicina vera la fanno i singoli medici e non i centri, e che non mi stava bene di fare più il direttore e il primario della mia stessa clinica che non il medico che volevo davvero essere. Ero arrivato quasi ad aprire una sede a Bruxelles e una a Barcellona e quella romana stava per essere trasferita in un palazzo di tre piani e, invece ho fatto gradualmente retromarcia e ho ricominciato a fare il medico vero, e a lavorare da solo… E non me ne pento affatto.
Ma oltre a occuparmi di orecchio ho fatto anche altro ovviamente nella mia carriera di specialista, a parte, come dico sempre, levare caccole e cerume a pagamento i primissimi anni da povero otorino senza arte né parte, ovvero facendo otorinolaringoiatria generale senza schifare nulla. E fino al 2009 facevo anche il chirurgo ed ero anche bravino, inventando perfino strategie chirurgiche ambulatoriali e senza i fastidiosi tamponi nasali per la chirurgia del naso ed endoscopica dei seni paranasali. E molto altro ancora. Poi per passione ho deciso di dedicarmi solo all’orecchio interno e alla sindrome di Meniere e all’idrope e ai suoi sintomi che erano comunque dal 1998 la mia attività principale, anche perché di specialisti che proponevano qualcosa di diverso dal “te lo devi tenere”, a parte me, non ce n’erano molti all’epoca.
Strano che tra tutti i vari quello di… non mi sia mai sentito definire come quello dei neurofarmaci (o forse non lo so io), visto che credo di essere stato in assoluto il primo otorinolaringoiatra a proporli nella terapia dei disturbi dell’orecchio come cura vera e propria dell’idrope e non solo per gestire l’ansia o far dormire meglio.
Ma facendo un altro piccolo passo indietro, alla fine del 2005 ho avuto la sorpresina di ricevere una bella raccomandata dall’Ordine de Medici, che evidentemente di piedi ne avevo già pestati troppi. E li stavo davvero crollando sotto lo stress, anche io che a molti sembro una roccia, anche per la contemporaneità con problemi personali e familiari, e infatti mi sono fatto cinque belle crisi di vertigine come si deve in un mese e tre mesi almeno di depressione seria e disequilibrio alle stelle. Sul procedimento disciplinare “farsa” al quale sono stato sottoposto (non certo per ragioni connesse alla mia attività medica, ci mancherebbe) e su come ne sono uscito fuori più forte di prima, vi racconto tutto in questo breve video.
E non che invece tra i pazienti mi vogliano proprio tutti bene. Purtroppo oltre a farmi pochi amici, per non dire molti nemici, nella classe medica almeno nella mia specialità e in molte aziende, di protesi acustiche o produttori di truffe varie, mi sono messo contro anche associazioni di pazienti non pulite, gruppi Facebook che sembrano creati solo per gettare scompiglio e disperazione, o in realtà pilotati da qualche interesse specifico, e perfino alcuni miei ex pazienti, che sono decisamente usciti dai binari, e che si sono poi vendicati per avermi fatto perdere ogni voglia di aiutarli sparlando di me in giro. Per fortuna però sono molti di più quelli che mi vogliono bene e apprezzano quel che faccio.
Insomma decisamente non mi sono annoiato, in questi miei 33 anni di professione, ma come se non bastasse qualcos’altro di strano che manca da dire lo ho fatto.
Nel 2013 quando ormai già non vivevo più in Italia (tanto ormai facevo solo consulenze in video) ho cominciato a girare il mondo senza una vera casa per ben sette anni. Che vita… Ho lavorato dai posti più incredibili, sfruttando il fatto che magari manca l’acqua potabile ma internet c’è ovunque. Beh, non ci crederete ma a quel punto per le malelingue (che oggi si chiamano haters, odiatori) sono diventato pure quello… che era scappato dall’Italia e girava il mondo perché inseguito dalla polizia o qualcosa di simile.
Poi è arrivata la pandemia, che peraltro ha fatto sembrare me meno strano visto che a quel punto fare le consulenze in video (che io facevo dal 2011) andava bene a tutti, e da allora sono molto più stabile (attualmente vivo da qualche anno nel sud-est asiatico) anche se quando posso qualche viaggetto me lo faccio lo stesso.
Ma la mia scelta di vivere e lavorare un po’ più calmo e non con uno zaino in spalla, portandomi appresso solo la mia voglia di lavorare (e viaggiare) e la mia testa, un computer e un cellulare, è stata motivata anche da altri due eventi.
Nel 2019 mi sono diagnosticato da solo il diabete (350 di glicemia, che io se faccio le cose le faccio bene) ma che per fortuna è da sempre sotto controllo con terapia farmacologica a vita e dopo una immediata dieta che nel giro di due mesi mi ha fatto perdere tanti chili (e se mi vedete oggi e in miei vecchi video o in foto passate si vede che ero più cicciotto) ma ne ho anche ripreso qualcuno per fortuna.
Ma nonostante tutto non mi sento certo un malato. E questa purtroppo non è stata di sicuro la cosa peggiore…
Nell’ottobre del 2018 un incidente stradale si è portato via per sempre, a 28 anni, la mia prima figlia, Alexandra. Ne parlo spesso anche con i miei pazienti, un po’ perché parlarne, paradossalmente, mi esorcizza il malessere interiore, quel peso sul petto che non se ne andrà mai, ma anche per insegnare loro come, se uno davvero vuole, tutto si supera, anche il dolore più impensabile e che io, solo due o tre giorni dopo, già rispettavo i miei impegni di lavoro con i pazienti che avevano bisogno di me, anche se con qualcuno, in corso di consulenza, il piantarello mi è scappato, ma mi hanno capito.
Questa nuova versione del sito la voglio dedicare proprio ad Alexandra, per una cosa che mi disse tantissimi anni fa, quando a 10 anni mi vide scrivere una lunga pagina sugli acufeni e commentò: “Ma tu sei medico, papà, e quella non è mica una malattia. Li sento pure io ogni tanto“.
Bene, credo di avervi detto molto di me e penso, al di là delle cose di argomento medico, certamente più interessanti, che scrivo e dico in tutto il resto di questo sito, di avervi dato modo di farvi un’idea su questo medico un po’ strano. Almeno, se deciderete di farvi seguire da me come medico, non sarà l’ennesimo salto nel buio. E magari collegatevi anche al mio profilo Facebook per restare in contatto, ricevere aggiornamenti e partecipare a sondaggi e progetti di ricerca aperti a tutti. Trovate il pulsante a fondo pagina o il link nel menu.
Adesso però, per favore, prenotate la consulenza per fare terapia che vorrei tornare a viaggiare e dopo la pandemia i biglietti aerei sono diventati molto più cari… 🙂 Anche se con quello che prendo ormai per singolo paziente manco un weekend ci potrei fare. Per fortuna ne ho ben più di uno.
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