Scusate il ritardo.. (e i limiti..)

Coperta corta

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Il blog del Dott. La Torre

Scusate il ritardo.. (e i limiti..)


Un post scritto originariamente anni fa e ora modificato in parte, con un titolo preso al grande Massimo Troisi, dove vi spiego i limiti della terapia per idrope, anche se molti nel frattempo in effetti sono stati superati, grazie a un po’ di coraggio mio e alla enorme collaborazione dei miei pazienti.

Se un merito mi riconosco (in realtà ne ho tantissimi, ma se li metto tutti insieme poi mi dite che sono vanitoso) è quello, nella mia professione, di non essermi mai seduto a compiacermi di quel che ho già ottenuto, ma di guardare sempre avanti a quel che ancora devo riuscire a ottenere, con un costante stimolo verso il miglioramento. E certamente questo atteggiamento i suoi frutti li ha sempre dati.

Ma nel valutare ogni progetto oltre agli obiettivi e alle risorse bisogna saper valutare anche i limiti e qui proprio di quelli voglio parlarvi.

Se interessati ad approfondire questo argomento vi consiglio anche questa mia videoconferenza su Progetti, risorse e… limiti.


I limiti della terapia per idrope

La prima regola di un medico dovrebbe essere di non creare al paziente per nessuna ragione condizioni o conseguenze o effetti collaterali peggiori di quelli che aveva prima. E per fortuna, questa regola la ho sempre rispettata e mai questo è successo nella mia attività professionale. Questo è il primo dei limiti della terapia per idrope, quello che non deve mai essere trascurato.

Ma la seconda dovrebbe essere quella di fare il possibile per aiutare ciascun paziente a risolvere i suoi problemi e star bene, o almeno meglio, riguardo ai disturbi per i quali si è rivolto a me. Cosa che riesco a fare molto spesso, ma non sempre!

La terza, non meno importante, è di cercare di ottenere quel risultato sperato con il minimo costo per il paziente, non tanto o non solo in termini economici, quanto di difficoltà o stress nel seguire una cura.

Questi tre principi sacrosanti sono purtroppo in contrasto e mi portano alla conclusione di fare tutto il possibile, con il minor costo possibile in termini di difficoltà e stress, purché non si rischi effetti collaterali o conseguenze importanti o il fallimento della terapia. Il che ha un limite intrinseco, purtroppo. Come si dice… ho la coperta corta.

La corretta applicazione di questi principi richiede però il sapere con precisione quali siano questi rischi o quale sia il margine da non superare, o fin dove ci si possa spingere in entrambi i sensi, ovvero sia come intensità della terapia o dosi eventuali di farmaci, sia al contrario come alleggerimento della cura puntando a ottenere lo stesso risultato ma con minor stress o difficoltà per il paziente.

Su questo secondo punto però, recentemente, l’osservare che la predisposizione dei pazienti più recenti è diversa e molto più aperta e disponibile a ogni proposta di terapia che da me possa arrivare, anche grazie al fatto che molti ormai sono inviati da altri pazienti, qualcuno dal loro medico e che comunque molti hanno avuto contatti con altri miei pazienti prima di prenotare la consulenza, mi ha portato a rinforzare la terapia di avvio nell’ultima versione Settembre 2022 puntando all’ottenere risultati sufficienti già con la prima fase di terapia con l’obbiettivo di limitare il più possibile la necessità di ricorrere a fasi successive.

Ovvero per la prima volta negli ultimi 12 anni sto proponendo di fare di più e caricando la terapia in cambio di risultati migliori e più rapidi, e stando ai risultati sembra ci abbia preso, perché alla fine i pazienti stanno meglio e si lamentano ben poco della terapia. Ma è stato anche un atto di coraggio da parte mia perché una terapia troppo impegnativa (senza esagerare, peraltro che sembra chissà che…) potrebbe portare il paziente a non farla proprio o a non completarla. Ma sembra non sia così e che anzi, i pazienti la facciano perfino più seriamente.

Ma resta il problema, comunque, anche se qualche passo in più progressivamente, lo ho fatto, del fin dove ci si possa spingere pur restando in sicurezza. Quanti pazienti sono portati al termine del percorso e magari senza risultati o con risultati non sufficienti pur potendo ancora, magari, fare di più? Insieme ai miei pazienti stiamo portando avanti progetti di ricerca. Qualunque decisione viene preceduta da discussione collettiva anche con chi non è mio paziente, su Facebook. Insomma non mi siedo certo su quel che posso fare, dicendo che per quel che offrono altri, io faccio anche troppo. Ma la mia volontà e… ambizione di riuscire, non bastano.

Perché lì scatta il mio più che comprensibile non poter essere esperto di tutto e non poter sapere tutto e la mia necessità pertanto  di farmi aiutare da altri esperti in un altro specifico settore, se voglio tentare di superare i limiti, restando in sicurezza, e aiutare sempre più pazienti che magari meriterebbero qualcosa di più. In particolare per l’impiego di farmaci.

Ma non posso andare a casaccio nella scelta del consulente a cui richiedere pareri o affidare i pazienti per un aiuto complementare. Perché come l’abito non fa il monaco, la laurea, da sola, (e manco la specializzazione) di sicuro non fa… il buon medico. E purtroppo spesso a trovare consulenti stabili affidabili e disponibili ho non pochi problemi.

Ma io non desisto e non mi accontento mai di quel che ho, come medico, ma anzi punto sempre a dare di più. Per quanto possibile. Per  ora vi chiedo di perdonare i miei molti (ma umani) limiti ancora presenti che si riflettono in limiti della terapia per idrope che posso proporre, e se un giorno li supererò, come molti limiti passati li ho già superati, magari vi dirò solo…

“Scusate il ritardo…”


Nel frattempo ricordando che i limiti e gli ostacoli che ho già superato, li ho superati grazie ai pazienti, metto anche qui il mio speciale video di ringraziamento.



Dott. Andrea la torre, specialista in otorinolaringoiatria per idrope e sintomi correlati

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Pubblicato da Dr. Andrea La Torre

Specialista in Otorinolaringoiatria

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