Il concetto culturale e sociale di malattia nei pazienti con acufeni o vertigini

Africa child

Idrope News

Il blog del Dott. La Torre

Il concetto culturale e sociale di malattia nei pazienti con acufeni o vertigini


Questo post, pubblicato inizialmente nel 2016, e ora in parte riscritto, si ricollega a queste pagine del percorso di apprendimento guidato di questo sito.


Vedo che da parte dei pazienti, c’è molto interesse generale nel trovare associazioni con eventi o altro alla ricerca di cause, e perfino cosa ci possa essere in comune con altri pazienti con acufeni e vertigini, per spiegare la loro “malattia“.

Ma l’errore sta proprio in questo. Dietro questi disturbi non c’è nessuna vera malattia (manco in chi ha la Meniere conclamata che infatti io preferisco definire sindrome), ma la ricorrenza o persistenza tale da creare fastidio, se poi lo creano davvero, di sintomi o disturbi che nella vita hanno, hanno avuto o avranno, almeno occasionalmente, praticamente tutti.

Vi sfido a verificare tra le persone di età media che conoscete (e il numero di chi ha avuto almeno una volta qualcosa ovviamente aumenta col passare degli anni) quanto davvero mai nella vita abbiano avuto magari solo per qualche minuto un acufene passeggero (che è sempre da idrope) o una vertigine soggettiva con sensazione di disequilibrio passeggera (che sono sempre da idrope) o un transitorio senso di pressione all’orecchio o di orecchio chiuso (ancora idrope).

Poi cercatemi chi non ha mai avuto nessuna volta nella vita la febbre, il mal di testa, o il mal di pancia, o diarrea momentanea o quel che volete. Dove sta la differenza, alla fine ? Febbre, mal di testa, mal di pancia, diarrea ecc… li definite “malattie“? No, perché si tratta di disturbi comuni e frequenti che hanno tutti e allora perdono di reale importanza. Almeno fino a quando come nel caso della febbre e del CoViD non gliene viene assegnata una, dimenticando che esistono tantissime altre cause di febbre prima, durante e dopo (se esisterà un dopo) la pandemia da coronavirus.

L’idrope non è una malattia e la causa dell’idrope, che peraltro non conosciamo seppur sappiamo come fare terapia, non è la causa della malattia. Semmai la malattia è il fatto che a differenza della media delle persone, nel paziente che soffre di acufeni o vertigini, questi disturbi ci sono frequentemente o sempre, e a livello tale da dare effettivo fastidio. Se così non fosse il “paziente” sarebbe solo uno dei miliardi di esseri umani che almeno qualche volta nella vita hanno avuto questi disturbi…(siamo tutti malati?)

Quindi semmai quel che bisogna cercare è non che cosa causa l’idrope o i suoi sintomi, ma PERCHE’ in quel paziente (o in quei pazienti) rispetto alla media generale i sintomi si presentano costanti o, seppur fluttuanti e ricorrenti, molto più frequenti rispetto alla media generale.

Finora l’unico elemento in comune che sembra collegare tutti o quasi quelli che escono dalla media dei disturbi puramente occasionali sembra essere la predisposizione di tipo ansioso ed emotivo, caratteriale, e la suscettibilità allo stress (bassa resilienza) oltre all’importanza specifica che si dà a quel sintomo che spesso è espressione di vera ipocondria.

Mi spiego partendo dall’ultima cosa detta. Esiste una marea di uomini che perde i capelli ma se ne frega mentre altri cercano disperatamente un trattamento per la calvizie. Ma nelle donne ovviamente è diverso, poiché nella NOSTRA società moderna, l’uomo pelato può essere comunque bello e fico, ma la donna pelata no o quanto meno fa strano. Il dramma “sociale” è quindi maggiore per una donna che non per un uomo. In altre culture come in Africa, dove è perfettamente normale che le donne si rasino i capelli a zero, il problema avrebbe un significato completamente differente.

E lo stesso possiamo applicarlo a una marea di cose anche fuori dalla Medicina. Nella mentalità comune, nella nostra società, nella nostra cultura, in Italia, senza scomodare l’Africa, almeno fino a poco più di 50 anni fa, il tradimento femminile era più “grave”, più “doloroso” e meno accettabile di quello maschile, perfino a livello legale, tanto che per assurdo e in modo vergognoso l’adulterio femminile portava al carcere e quello maschile non era reato. Fu dichiarato incostituzionale nel 1968 ma è rimasto in vigore per 38 anni!

Schermata 2022 10 17 alle 13. 01. 02

E se beccavi la moglie con l’amante (ma non nel caso contrario) e la uccidevi si chiamava delitto d’onore e andavi in galera solo qualche anno. E’ stato abrogato solo nel 1981, dopo 51 anni! In altre società funziona ancora così.

NB: Il codice penale Zanardelli del 1889 includeva sia il reato di adulterio che l’attenuante del delitto d’onore, ma non faceva alcuna differenza tra uomo e donna. La vera discriminazione per entrambi arrivò con il codice Rocco del 1930.

Questo ha però di fatto determinato un cambiamento della mentalità popolare, per cui in effetti da parte delle donne c’era (e in parte c’è ancora) una maggior accettazione (per adeguamento sociale) del tradimento maschile che non il contrario. E’ tutt’oggi molto più facile che una donna single sia l’amante di un uomo sposato che non il contrario, e nessuno dà del “troio” (scusate ma parlo esplicito) a un uomo che tradisce.

Bene, senza divagare, anche se è bene ricordare che, con tanta puzza sotto il naso noi italiani guardiamo (io no di sicuro!), altre culture come inferiori quando non eravamo certo meglio fino a poco fa, questo è esattamente quel che avviene con molte patologie.

In paesi come l’Italia o altri paesi in teoria industrializzati e con benessere, il concetto di malattia è ben diverso da quello che si ha dove si lotta per la vita o per mangiare, o si muore di malattie infettive che oggi a noi fanno quasi ridere e sembrano tanto lontane. Oggi a chi rubano la macchina pare di aver subito un danno incredibile dimenticando che molti nel mondo manco l’asino hanno per muoversi. Perché ormai l’auto è entrata nel nostro “diritto di averla” e così anche la perfezione in termini di salute o l’aspirazione a vivere tutti fino almeno 90 anni, cosa che certamente non rientra tra le aspirazioni della stragrande maggioranza delle persone al mondo.

Sapete ché l’Italia ha una aspettativa di vita media di 83 anni, preceduta in pratica solo dal Giappone e forse alla pari con qualche altro paese? E che per molti altri paesi al mondo l’aspettativa di vita media (ovvero quando in media si prevede di morire e quindi è accettabile, statisticamente, morire a quell’età) è attorno ai 50-60 anni? O che per molti paesi africani ancora oggi il tasso di mortalità infantile prima dei cinque anni è attorno al 10%-12%?

E parliamo del XXI secolo. Nel 1861 (unità di Italia, ma anche per coincidenza, anno in cui Meniere descrisse la… Meniere) la nostra aspettativa di vita media italiana era 50 anni, circa (o inferiore), quella che oggi hanno molti paesi africani.

Capite allora quanto tutto questo e il paese dove nasci o vivi o l’epoca può cambiare completamente il concetto di cosa è malattia e cosa no?

Oggi chi è in perfetta salute a parte, acufeni o vertigini è un malato, considerato tale da stesso e dai medici, e io mi batto da anni per farvi capire che non è così!

Se uno di voi incontrasse un suo antenato che vede morire tutti i giorni amici e parenti per infezioni che per noi sono banali, che oggi basta prendersi l’Augmentin, e tutto a posto, o a cui è morta la moglie di parto, o a cui sono morti non so quanti figli prima di vederne uno andare a scuola, dicendo che siete affetti da un “male incredibile” e che state pensando al suicidio, o vi sputerebbe in faccia o vi farebbe il favore di ammazzarvi lui, forse. Ma non serve prendere la macchina del tempo. Basta prendere l’aereo e andare dove le cose sono in parte ancora così.

È molto questione di tolleranza, base sociale, epoca, cultura, conoscenza e atteggiamento mentale.

Sapete quanti vanno di corsa al pronto soccorso dopo tre ore di acufene che non passa pensando di avere un cancro al cervello o per una vertigine pensando di avere l’infarto, e quanti invece se ne fregano e vivono magari con acufeni tutta la vita senza manco andare dal medico perché ci sono mali peggiori…? Ovviamente ci sono anche casi dove, seppur per ignoranza, la paura è giustificata. Se hanno superato un malattia grave, o qualcuno ne è stato colpito in famiglia, ovvio che qualunque sintomo metta paura. Fino a che qualcuno non gli spiega l’origine reale del sintomo.

Sapete che in molti casi la maggior parte (anche se non tutti) i miei pazienti a parte qualche disturbo che accettano come comune come ipertensione, ipertrofia prostatica, reflusso o poco altro, hanno avuto fino a quel momento una vita incredibilmente sano senza malattie perfino forse statisticamente meglio che nella media della popolazione generale ?

Perché una hostess sorride tranquilla durante una turbolenza in aereo mentre magari qualcun altro si fa il segno della croce pensando già che precipiterà? Alla fine hanno volato tutti e due sullo stesso volo ma chi avrà “sofferto” quel volo e chi no?

Perché a me se viene una vertigine (e ne ho avute cinque in un mese 17 anni fa) al massimo vado a vomitare, e non mi pongo certo il problema di cosa capiterà domani, o di che strana malattia potrei mai avere, mentre un altro nel giro di tre giorni ha già fatto tre visite specialistiche e pure la risonanza magnetica? Chi sarà stato più ammalato da quella vertigine? E perché se domani mi tornasse dopo anni io penserei “mi sa che devo rallentare un attimo… ”, mentre qualcuno di voi penserebbe che allora non è servito a nulla curarsi visto che ha ancora vertigini e quindi una grave malattia che non gli darà mai pace…?

Perché alcune persone sono degli inguaribili ottimisti che sanno vedere il buono in tutto e altri sanno solo vedere le cose negative?

Perché alcuni se arriva qualche problema serio si rimboccano le maniche e cercano di risolverlo mentre altri si limitano a lamentarsi?

Un tempo si usava la religione come conforto. Ci arriva una disgrazia? E’ la volontà di Dio! Ottima giustificazione per non fare nulla. Tanto alla fine che faccia o no.. decide Dio, mica io. Sapete che è ancora così in molti posti al mondo? Sapete cosa vuol dire “inshallah” la frase che tanto spesso ripetono i musulmani? “Se Dio Vuole”. Secondo molti (tutti?) i musulmani quel che avviene è comunque volontà di Dio. Noi siamo solo strumenti della sua volontà. Anche per un omicidio? “Sì… perché se io ti sparo e Dio non volesse la tua morte comunque tu non moriresti, lui devierebbe la pallottola o le impedirebbe di colpire organi letali” (sentita nel 2017 dal mio autista in Libano).

E a poco serve spiegare quanto sia pericoloso ragionare così, con chi ha una visione “limitata” imposta da altri. Ma non era forse quello che avveniva durante il comunismo in Russia o il fascismo in Italia o nel mondo cristiano e cattolico per la maggior parte della nostra Storia?

Si sposa il pensiero di qualcun altro in modo non critico per incapacità di averne uno proprio.

Ma non sorridete o non indignatevi per quanto appena detto. Il credere alla “sfiga” o alla volontà divina, il deresponsabilizzarsi, il credere che tanto non c’è nulla da fare, ma anche l’idea del complotto esterno, il colpevolizzare i medici cattivi, la ricerca del colpevole, il voler a tutti i costi trovare una causa esterna a noi stessi non è forse quel che avviene per la maggior parte dei pazienti che si lamentano o cercano disperatamente cause, ma faticano ad accettare che forse… “la causa per cui altri hanno solo disturbi occasionali e io invece soffro tanto, potrei essere io” ?

Ovvero non il mio corpo che deve avere sicuramente qualche anomalia o malattia o causa che nessuno riesce a individuare ma, magari, il mio carattere, la mia ansia, la mia paura, la mia debolezza, la mia fragilità, il mio abbattermi di fronte ai problemi, la mia ipocondria, il mio prendere tutto male, la mia mania di perfezione, il mio essere bipolare, ovvero gioire troppo e star male troppo, il mio rifiuto a capire e pensare, demandando agli altri il dovermi spiegare semmai, il mio volere la salute a tutti i costi, il mio aver paura di non averla.
In poche parole, il mio vivere male, al pari di quel passeggero il cui volo è stato un incubo mentre un altro o la hostess hanno affrontato quello stesso volo senza problemi.

E se fossi io il fattore predisponete che mantiene o fa recidivare la mia malattia ? Questo è quel che dovreste tutti chiedervi.

Voi direte…”caro Dott. La Torre, belle parole, ma se sto male occasionalmente e ne faccio un dramma ok, ma se sto male sempre o molto spesso, parla facile lei…

Bene, ma qui scatta il problema. L’idrope è malattia psicosomatica. Questo vuol dire che a se a uno arriva una vertigine e pensa… “Perdindirindina…(che fa molto Rossella O’Hara ma la parola che più probabilmente comunque direbbe non la posso scrivere) mi gira la testa, fammi mettere a riposo, ma tranquillo che passa”, questo atteggiamento renderà già da solo più improbabile una recidiva a breve distanza. Mentre se un altro alla prima comparsa di acufene o vertigine pensa già di avere un tumore o che ormai sia condannato inevitabilmente all’invecchiamento precoce, e poi va dai medici e scopre che nessuno ci capisce niente e si tuffa su gruppi Facebook dove incontra una “marea di disperati suoi simili figli di società benestante che rifiuta qualunque disturbo e cura pure i sani, chiamandola prevenzione” il suo stress può solo aumentare, e questo può impedire la risoluzione dei sintomi o spiegarne la frequente recidiva.

Spostate l’attenzione dal corpo o dagli eventi esterni, alla mente o alla vostra predisposizione individuale. Valutate quanto il vero problema sia l’intensità del disturbo o la vostra bassa o assente tolleranza nei confronti del disturbo stesso. Nel caso il problema sia davvero il disturbo, allora pur non essendo dei “malati” avete bisogno di una cura per l’orecchio. Ma nel secondo caso, avete bisogno di sapere, capire, di qualcuno che vi sappia spiegare davvero e tranquillizzare e se non basta di curarvi la testa!

Voi non lo sapete forse ma un numero incredibile di pazienti anche solo dopo la lettura del mio sito o dopo la consulenza con me poi misteriosamente sta molto meglio, prima di aver fatto qualunque terapia. “Mi basta sentirla Dottore per stare già meglio”. Da quanti di voi lo ho sentito dire”? E non vi dice nulla questo su quanto ci sia di “testa” in tutto questo…?

Ovvio che questo non vuol dire assolutamente “sopportate e non curatevi”. Ci mancherebbe pure. Ok che la mia aspettativa di vita media è molto superiore (statisticamente parlando) come italiano ai 50 anni dello Swaziland (che ora si chiama Eswatini), ma mi dispiace per chi nasce nello Swaziland, io sono ben contento di poter vivere di più e stare bene e ovviamente se posso star bene, voglio star bene, anche senza disturbi che se pur non mortali sono comunque fastidiosi.

La ragione di questo discorso è quella di rispondere alla domanda “perché mi è capitato questo?”, “perché non se ne va?” o “perché mi è tornato dopo tanto tempo?”. E allo stesso tempo di farvi capire che se cercate una cura che riesca a farvi star bene a lungo, non rifiutate quella di curare anche la vostra ansia, il vostro carattere, risolvere i vostri problemi, e i vostri debiti e crediti con la vita che state vivendo.

Pretendete di più da voi stessi non solo dalle cure. Guardatevi un pochino più dentro, non solo cercando un colpevole esterno a voi o una malattia misteriosa dietro.

E, se magari da soli non ce la potete fare, considerate una eventuale psicoterapia e se necessario, accettate serenamente magari la necessità di un aiuto farmacologico che non cambierà quella predisposizione che vi rende più suscettibili a star male, a far persister il disturbo o a farvi avere recidive più frequenti, ma può permettervi di superare una fase acuta, dandovi tempo e modo di lavorare su voi stessi, invece di cercare a tutti i costi cause esterne da trattare che mentre le cercate, intanto continuate a stare male inutilmente.

E senza aggiungere paura a paura, e stress a stress avendo pure paranoie per possibili effetti collaterali. Guardate la faccia della hostess mentre volate. Se lei che ha esperienza sta tranquilla, perché quella turbolenza dovrebbe farvi paura? E guardate i pazienti che con neurofarmaci (dati da me e i mie e alle dosi che prescrivo io, non altri o dati da altri e per altre ragioni) hanno esperienza, mentre fate la terapia e me, che sono il pilota di quell’aereo, quando vi prescrivo qualcosa.

Ma chi vorrebbe vivere sempre su un aereo ? Quello è il tramite per andare da qualche parte, magari in vacanza, a qualche altra parte non il luogo dove vivere, come non lo è e non lo deve essere la mia terapia. Poi scendendo da quell’aereo alcuni si godranno il luogo di destinazione, magari fregandosene se piove, vedendo comunque tanti aspetti positivi in quella vacanza, mentre altri, soffriranno il fatto di aver beccato pure la pioggia e vivranno male. Ovvero il tramite (i neurofarmaci) spesso è indispensabile, ma non sarà mai sufficiente a creare una diversa suscettibilità allo stress, se non cambia qualcosa in voi stessi.

E quando da adesso in poi cercherete di capire se esiste una relazione tra una causa e i vostri disturbi, provate a domandarvi se quella causa sia l’evento o lo stress correlato all’evento, fisico o psicologico e vedrete che alla fine spesso è lo stress, non l’evento in sé. O meglio non lo stress che hanno tutti ma la reazione allo stress e all’evento stesso, incluso la comparsa dei sintomi stessi, con maggior suscettibilità di alcuni rispetto ad altri.

Idrope circolo

Guardate questa immagine. La parte a sinistra è quella che porta ai sintomi ma la parte a destra, che viene sottovalutata da tutti i medici e anche da molti pazienti può essere responsabile della loro persistenza e della frequenza delle recidive. Anche dopo la miglior terapia se quei fattori non vengono corretti.

E se poco posso fare sul clima come fattore di stress, certamente molto si può fare e deve essere fatto per aumentare la fiducia, correggere la disinformazione, e trattare l’ansia e tutti quei fattori predisponenti che mantengono creando a loro volta nuovo stress e alimentando il circolo vizioso.



Dott. Andrea la torre, specialista in otorinolaringoiatria per idrope e sintomi correlati

Per contattarmi

Clic per mandare un messaggio su whatsapp
Clic per mandare un messaggio

Ogni contenuto di qualunque pagina di questo sito può essere liberamente copiato e diffuso ma riportando l’autore, Dott. Andrea La Torre, specialista in Otorinolaringoiatria, e un link al sito idrope.info

Torna al menu in alto

Pubblicato da Dr. Andrea La Torre

Specialista in Otorinolaringoiatria

Scrivi un commento

Google Translate
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: