SINTOMI E DISTURBI DA IDROPE
Le vertigini: cosa sono e da dove vengono?
La corretta definizione di vertigine (dal latino vertĕre = volgere, girare), la vera vertigine, è falsa, illusoria, non reale, percezione di movimento dell’ambiente rispetto al nostro corpo o del nostro corpo rispetto all’ambiente. Tutte le vere vertigini vengono sempre dall’orecchio interno (labirinto), e tutte le vertigini ricorrenti o recidivanti e tutte le forme di sensazione soggettiva di disequilibrio derivano sempre dall’idrope e mai da danni permanenti irreversibili.
Se siete entrati nel sito direttamente in questa pagina vi consiglio di leggere e apprendere in modo progressivo con l’esplorazione guidata partendo dalle basi per poi passare alla diagnosi, ai sintomi e infine alla terapia.
In questa pagina:
- Le vertigini: cosa sono e da dove vengono?
- Cosa è la vertigine e cosa non è?
- Vertigini o panico?
- Videoconferenza sulle vertigini
- Vertigini e disequilibrio vengono sempre dall’orecchio!
- Come si generano vertigine e disequilibrio nell’orecchio interno?
- La distruzione acuta di recettori vestibolari (labirintite)
- La disfunzione idromeccanica, acuta o persistente, di recettori vestibolari sani e integri per aumento dell’endolinfa (idrope)
- Tutte le vertigini ricorrenti e il disequilibrio sono da idrope
Cosa è la vertigine e cosa non è?
Uno dei misteri più incredibili che non riesco proprio, e forse non riuscirò mai, a comprendere, non è correlato a meccanismi patologici, diagnosi o terapie, ma come un disturbo così facile da capire sia… capito così poco, e quanta confusione ci sia nella definizione e nella diagnostica delle vertigini.
Basta vedere come la vertigine viene definita in varie lingue, per capire già come partiamo davvero male. E di solito partendo male non si va molto lontano.
La confusione è a ogni livello, da quello medico a quello popolare.
Nell’ italiano popolare la vertigine viene spesso chiamata “capogiro” che almeno, per quanto termine improprio e riduttivo e spesso usato a sproposito pure quello, rende l’idea più che lo stordimento dei francesi (étourdissement), degli inglesi (dizziness) o dei portoghesi (tontura) o il mal di mare (mareo) degli spagnoli.
Con lo spagnolo poi abbiamo raggiunto il massimo della ambiguità. Ecco i tre possibili significati della parola mareo…
Pur potendo accompagnare le vere vertigini, il senso di stordimento o confusione mentale e i fenomeni neurovegetativi quali nausea, vomito, variazioni della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa, ecc. non sono vertigine né sono prodotti direttamente dall’orecchio. Non sono vertigine nemmeno la chinetosi (mal di viaggio, mal di mare) dove ci sono fenomeni neurovegetativi stimolati dal movimento ma senza vera percezione di vertigine, o le cadute brusche improvvise senza vertigine (crisi di Tumarkin) sebbene questi ultimi due problemi derivino in effetti dall’orecchio interno, motivo per cui ne parlerò comunque successivamente in altre pagine di questa sezione.
E come possono curare le vertigini i medici, se manco le sanno definire? Ma, d’altronde, abbiamo già visto la stessa cosa a proposito dell’acufene…
Se state seguendo come da me consigliato più volte l’apprendimento guidato progressivo, arrivati a questo punto, vi sarete già fatti un idea sul fatto che non sono i disturbi dell’orecchio quelli difficili da capire e trattare ma, semmai, medici e specialisti quelli difficili da convincere a capire, pensare e curare come potrebbero fare. Io, come vedete in ogni pagina, mi limito ad applicare quel ragionamento logico basato su anatomia e fisiologia che vi ho insegnato nella sezione dedicata alla diagnosi e che loro dovrebbero saper già conoscere e applicare.
Videoconferenza sulle vertigini
Guardatevi questo video magari, che d’informazione sulle vertigini ce n’è tanta, prima di continuare la lettura.
Vertigini e disequilibrio vengono sempre dall’orecchio!

La causa delle vertigini va cercata nell’unico organo in grado d’inviare al cervello le informazioni circa i movimenti del corpo (della testa in realtà) nello spazio circostante e sulla sua posizione statica, necessarie al coordinamento degli occhi in risposta ai movimenti della testa (nistagmo e rotazione oculare adeguata) e nel mantenimento posturale dell’equilibrio mediante variazioni del tono muscolare. E quest’organo è solo il labirinto posteriore, parte dell’orecchio interno.
È lì, nell’orecchio interno o labirinto, che risiedono i recettori dei canali semicircolari (tre per lato) a molti ben noti e deputati all’informazione circa i movimenti angolari del capo nei tre assi.
Ma è sempre lì, nell’orecchio, che si trovano anche le macule del sacculo e dell’utricolo, che se non fosse per il fatto che sopra ci sono i famosi “sassolini dell’orecchio”, gli otoliti, ritenuti erroneamente in grado di andarsene in giro per l’orecchio procurando vertigini posizionali, molti specialisti non si ricorderebbero nemmeno a cosa servono, o quanto meno non vengono quasi mai considerati.
Eppure sono proprio il sacculo e l’utricolo la sede da dove origina, ad esempio, il disequilibrio soggettivo.
Tutte le vertigini acute, croniche o persistenti (il disequilibrio soggettivo), uniche o recidivanti, derivano quindi dall’orecchio interno, o meglio dal settore dell’orecchio interno implicato nella funzione vestibolare, il labirinto posteriore, o al limite dal nervo vestibolare, poiché solo i recettori del labirinto posteriore sono in grado d’inviare l’input, l’informazione, che se errata e asimmetrica e non congruente tra i diversi recettori e tra i due lati porta alla percezione di vertigine e disequilibrio.
Unica possibile eccezione a quanto appena detto circa il ruolo esclusivo dell’orecchio interno detto potrebbe essere la cosiddetta oscillopsia della quale parlerò brevemente più avanti. Ma anche questo particolare disturbo potrebbe venire solo dall’orecchio e solo dall’idrope.
La vertigine è infatti una percezione soggettiva cerebrale derivante da errata informazione proveniente dal labirinto, ovvero da un problema di input, e non è reale mancanza di equilibrio o vera instabilità. Nonostante una reale perdita di equilibrio possa essere presente in fase acuta anche durante una crisi di vertigine a causa della brusca asimmetria vestibolare, e sia conseguenza inevitabile della distruzione di un labirinto con perdita brusca totale dell’informazione da un lato, questo non ha nulla a che vedere con la vertigine in senso stretto o con il disequilibrio soggettivo, che non è vera instabilità, ma una percezione avvertita solo dal paziente.
Non esistono le vertigini neurologiche perché il cervello non può prodursi da solo l’informazione sui rapporti tra corpo e spazio. O le informazioni gli arrivano dall’orecchio interno, o non le ha proprio! Sintomo neurologico da alterazione del cervelletto è semmai l’atassia, ovvero la vera incoordinazione nel movimento, che non ha però nulla a che vedere con le vertigini o il disequilibrio soggettivo.
Non esistono vertigini posturali, muscolari, cervicali, o dell’articolazione temporomandibolare, se non nella fantasia, o nella voglia di specularci sopra, di alcuni medici e non medici, e nemmeno le vertigini oculari (diplopia semmai, o vista sfuocata, ma non vertigine).
Come si generano vertigine e disequilibrio nell’orecchio interno?
A dispetto della marea di diagnosi e sindromi diverse che nel tempo sono state create dai medici per spiegare le vertigini, esistono solo due meccanismi in grado di procurare una “falsa, illusoria, non reale, percezione di movimento dell’ambiente in relazione al nostro corpo – vertigine oggettiva – o del nostro corpo rispetto all’ambiente – vertigine soggettiva“.
La definizione di oggettiva o soggettiva peraltro, si riferisce a cosa si sta muovendo, gli oggetti (l’ambiente circostante) o il soggetto (il paziente stesso) e non è quindi riferita alla visibilità dall’esterno o al fatto che sia solo un percezione soggettiva. Al di là dei possibili sintomi neurovegetativi visibili anche dall’esterno, come il vomito ad esempio, o misurabili, come le variazioni della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa, o della visibilità del nistagmo, movimento degli occhi stimolato dal labirinto, la vertigine, ovvero la percezione non reale di movimento, di per sé è sempre qualcosa di avvertito solo dal paziente.
1 – La distruzione acuta di recettori vestibolari (labirintite)
Un eventuale improvviso danno permanente crea un improvviso squilibrio per perdita brusca e irreversibile dei segnali derivanti da un lato (vertigine acuta non ricorrente o labirintite da cause infettive, o vascolari o spesso ignote). La vera labirintite è patologia di per sé oggi molto più rara di quanto non si creda (ne avrò visti forse tre casi in tutta la mia vita professionale). Ma il termine “labirintite” è spesso usato a sproposito, sia a livello popolare, sia purtroppo anche dai medici, per indicare una crisi acuta di vertigine “da orecchio”, nonostante non esistano vertigini “non da orecchio”. Comporta una importante vertigine rotatoria oggettiva persistente per giorni con intensi fenomeni neurovegetativi, non recidivante, in quanto i recettori vestibolari distrutti non rigenerano e non possono quindi distruggersi un’altra volta, e seguita da una fase più o meno lunga di vera instabilità (che può risolversi spontaneamente nel tempo per compenso “centrale” o richiedere riabilitazione vestibolare) con tendenza a sbandare verso il lato colpito, di entità tale, soprattutto i primi giorni, da non permettere nemmeno il mantenimento della stazione eretta o di camminare. In caso di labirintite, nella maggior parte di casi, si ha anche ipoacusia improvvisa con perdita totale dell’udito dal lato colpito.
Spesso peraltro una eventuale diagnosi provvisoria di “labirintite” è solo il primo episodio (ma potrebbe anche non ripresentarsi mai) di una crisi da idrope molto intensa, descritta in modo esagerato dal paziente o diagnosticata in modo sbagliato dal medico.
Una diagnosi che non so nemmeno se esista davvero è la nevrite vestibolare o neuronite vestibolare, dove sarebbe il solo nervo vestibolare e non il labirinto a essere interessato e dove mancherebbero i sintomi uditivi. Tutte le volte che il paziente è giunto a me con questa diagnosi, alla fine si trattava di un attacco di vertigini da idrope, seguito da recidive. Ma in teoria, se questa patologia (che a me sembra inventata solo come alternativa alla labirintite mancando i sintomi uditivi) esistesse, una infiammazione della sola guaina di rivestimento esterno del nervo potrebbe creare una improvvisa alterazione del passaggio di segnali vestibolari ma essere reversibile se non viene danneggiata la parte interna del nervo, l’assone, che non sarebbe riparabile.
2 – La disfunzione idromeccanica, acuta o persistente, di recettori vestibolari sani e integri per aumento dell’endolinfa
A dispetto dell’unica teoria concorrente, ma non corretta, quella della cupololitiasi, utilizzata da quasi tutti gli specialisti per spiegare la vertigine parossistiche posizionale scatenata dai cambiamenti di posizione (VPPB), l’unica componente dell’orecchio interno in grado di stimolare i recettori, e quella è la sua funzione fisiologica, è l’endolinfa, ovvero il liquido del compartimento più interno del labirinto, il cui aumento di pressione e volume si definisce idrope endolinfatico.
E questa è l’unica causa possibile di tutte le forme di vertigine recidivante e di disequilibrio soggettivo cronico, senza possibili alternative. E infatti, per tutte le vertigini recidivanti e per il disequilibrio cronico, il trattamento specifico contro l’idrope si rivela estremamente efficace praticamente in tutti i casi, pur non potendo “guarire” definitivamente ed escludere potenziali recidive future spesso del tutto occasionali e comunque trattabili.
Tutte le vertigini ricorrenti e il disequilibrio sono da idrope
L’idrope è l’unica condizione dell’orecchio interno, infatti, capace di spiegare le vertigini recidivanti mediante la disfunzione creata dall’eccesso di endolinfa su recettori capaci d’inviare informazione, seppur sbagliata, poiché in caso di danni permanenti (e i danni di cellule e recettori dell’orecchio interno sono sempre permanenti) non ci sarebbe alcuna informazione e quindi non potrebbe esserci più una successiva ulteriore crisi di vertigine.
Ma queste cose, e in particolare che i danni permanenti di nervi e recettori vestibolari non possono procurare vertigini (se non una al momento della perdita improvvisa dell’input da un lato), me le sono inventate o le so solo io? No! Lo sanno tutti gli specialisti che è così! Tanto che viene proposto di distruggere l’orecchio con la gentamicina o tagliare il nervo, proprio perché se manca il segnale dall’orecchio non ci possono essere più vertigini! Perché poi allora pensino all’idrope solo di fronte a un quadro classico da libro di Sindrome di Meniere con tutti i sintomi, lo vedremo parlando della Meniere, nella prossima sezione di questo percorso di apprendimento.
Non sono sindromi autonome, ma solo espressioni di idrope, tutte le varie altre forme e varianti e sindromi e sindromette varie quali la sindrome di Minor, la vertigine emicranica, la sindrome di Lermoyez e nemmeno la cupololitiasi (vertigine parossistica posizionale benigna, vertigine da otoliti). In realtà sono tutte da considerare solo ed esclusivamente varianti delle vertigini da idrope, al pari della Malattia o Sindrome di Meniere, che altro non è che una definizione clinica relativa all’associazione di sintomi. Da tempo definisco la confluenza di tutte queste diagnosi varie verso l’idrope come l’imbuto delle sindromi vertiginose, che credo renda bene, anche visivamente, il concetto…
Nella prossima pagina
Nelle prossime pagine vi presenterò in dettaglio le due principali modalità con le quali sintomi vestibolari da idrope possono presentarsi, le crisi acute ricorrenti di vertigine e il disequilibrio soggettivo cronico, ma alcuni disturbi rari come le cadute brusche senza preavviso (crisi di Tumarkin) che non sono una vertigine, l’oscillopsia, e la chinetosi (comunemente nota come mal di viaggio, mal di mare ecc…). Come al solito se state seguendo l’esplorazione guidata vi consiglio di leggere tutto, perché i sintomi da idrope possono associarsi ma anche modificarsi nel tempo, così come le modalità di presentazione delle vertigini e in generale dei sintomi vestibolari, ma se volete andare direttamente a specifici disturbi potete farlo dal menu presente in ogni pagina. Oppure potete saltare le spiegazioni dettagliate e andare direttamente alla prossima sezione, dove vi parlerò della malattia o sindrome di Meniere, che tutti, indipendentemente dai sintomi attuali dovrebbero conoscere per quel che realmente è.
Se volete informazioni minime più sintetiche e non siete interessati a conoscere davvero tutto (peccato, ma posso capire), avete a disposizione la versione sintetica internazionale, nata per dare informazione anche ai pazienti che parlano altre lingue (nonostante questo sito abbia un sistema di traduzione automatica), ma utile anche per chi parla italiano, se volete solo sapere lo stretto indispensabile per decidere di fare terapia con me.
Oppure guardate questo video di appena 10 minuti che vi riassume tutto dalle basi alla terapia mostrando parti del sito con testi e immagini,
Potete anche visualizzare e scaricare un file in formato PDF per guardare tutte le schermate che compongono il video.
Oppure, se preferite, guardate questo video dove vi spiego tutti i concetti fondamentali in 20 minuti!
Infine, per avere risposta diretta alle domande più frequenti potete consultare la nuova serie di video brevi (Shorts YouTube). Ogni giorno vengono pubblicati nuovi video e potete inserire nei commenti altre domande alle quali vorreste avere risposta con un nuovo video breve.
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